COLLI ORIENTALI DEL FRIULI

L'ambito territoriale Friuli Colli Orientali, è stato definito nel 1970 con l'approvazione del disciplinare di produzione dell'allora D.O.C. Colli Orientali del Friuli. Comprende l'intera formazione collinare della porzione orientale della provincia di Udine che, partendo da nord, interessa i territori dei comuni di Tarcento, Nimis, Povoletto, Attimis, Faedis, Torreano, la parte est di Cividale, San Pietro al Natisone, Prepotto. Quindi prosegue (direzione sud-ovest) verso Premariacco, Buttrio, Manzano, S. Giovanni al Natisone e Corno di Rosazzo,  per un totale complessivo di più di 2000 ettari di superficie vitata.

Si tratta di rilievi di altitudine compresa tra i 100 e i 350 metri s.l.m., omogenei tanto per condizioni climatiche quanto per l'origine geologica. In tempi lontani (35-55 milioni di anni or sono) la pianura friulana era invasa dal mare e le coste si trovavano quasi a ridosso delle attuali Prealpi Giulie. Sul fondo di questa arcaica laguna, nel corso dei millenni, si realizzò un lento processo di sedimentazione che diede origine a imponenti formazioni le quali, con il ritiro del mare, emersero dalle acque. Questi depositi di origine eocenica si presentano oggi come un'alternanza di strati di marne (argille calcaree) ed arenarie (sabbie calcificate) dall'aspetto molto tipico. Terreni straordinariamente vocati alla viticoltura per la loro giacitura e composizione.

Nel corso dei secoli, il profilo dei pendii è stato modellato con il lavoro di generazioni di viticoltori. Lo sguardo del visitatore può rincorrere i gradoni e le terrazze vitate; ma si riposa spesso su ampie zone boscose, per poi spaziare sulla pianura incorniciata, all'orizzonte, dallo scintillare del mare.

Questa è la migliore posizione geografica per la viticoltura con le Alpi Giulie alle spalle che riparano la vite dalle fredde correnti del nord e il mare Adriatico di fronte che garantisce una benefica e costante ventilazione.

 All'interno del comprensorio vi sono tuttavia infiniti microclimi: più freschi e umidi a nord a ridosso delle montagne; più miti e asciutti a sud dove, come 20 secoli or sono, assieme alla vite crescono e fruttificano gli ulivi, testimoni silenziosi di antichissime tradizioni contadine.

I vini prodotti in questa zona sono il risultato di un terroir, vale a dire la combinazione di terreno – clima – vitigno, particolarmente favorevole. Le condizioni pedoclimatiche ottimali hanno permesso la coltivazione di vitigni autoctoni, ovvero nati e acclimatatisi al particolare condizioni pedoclimatiche  dei Colli Orientali o che vengono qui coltivati da   tempi immemorabili, così come di altre varietà provenienti da diverse zone europee, che qui si sono ben adattate producendo dei considerevoli risultati in termini qualitativi.

La produzione Friuli Colli Orientali, rigorosamente contenuta in termini quantitativi, si caratterizza per la manualità delle vendemmie e per l'uso discreto delle più moderne tecniche enologiche; tradizione e modernità per mantenere l'integrità del prodotto,  garantire un alto standard qualitativo ma soprattutto regalare sensazioni uniche grazie alla secolare e felice interazione tra uomo-vitigno-territorio .

I vitigni autoctoni coltivati nella zona Friuli Colli Orientali sono la Malvasia, il Picolit, il Pignolo, il Refosco dal peduncolo rosso, la Ribolla gialla, lo Schioppettino, il Tazzelenghe, il Tocai friulano e il Verduzzo friulano. Alcuni di questi possono vantare oltre duemila anni di storia documentata, da quando i Romani, così narra Tito Livio nella sua storia di Roma, stabilirono la prima colonia nella zona di Aquileia. Una tradizione di lunga data tramandata fino ai nostri giorni: basti pensare che attualmente il disciplinare di produzione Friuli Colli Orientali annovera al suo interno il maggior numero di vitigni autoctoni in Italia.

BIANCHI : Friulano, Sauvignon,  Pinot grigio, Pinot bianco, Ribolla gialla, Verduzzo friulano, Picolit Docg,    Ramandolo Docg, Chardonnay, Malvasia, Riesling, Traminer aromatico, Bianco e Dolce.

ROSSI: Merlot, Cabernet, Cabernet franc.  Cabernet sauvignon, Pinot nero, Schioppettino, Refosco dal peduncolo rosso, Tazzelenghe, Pignolo, Rosso e Refosco nostrano.

STRADA DEI CASTELLI E DEL PROSCIUTTO

La Strada dei Castelli e del Prosciutto rappresenta un itinerario tra i più interessanti del Friuli Venezia Giulia. Questa strada collega alcuni dei centri più importanti del Friuli Collinare, una zona della regione che offre numerosissime proposte turistiche, sotto il profilo storico, artistico, naturalistico ed enogastronomico.

La strada forma una specie di anello della lunghezza di circa una settantina di chilometri e quindi si può cominciare a percorrerla dal punto che più si preferisce. Noi abbiamo scelto di cominciare dal paese di Cassacco.

Dal capoluogo friulano vi si raggiunge tramite la S.S. 13 “Pontebbana”, nei pressi della quale si trova anche il casello Udine Nord dell’Autostrada A23. Da Udine, Percorrendo la S.S. 13, si giunge a Tricesimo e superato l’abitato, svoltando a sinistra si imbocca la S.P. di Buja, con la quale si giunge a Cassacco. Questa località è posta sulle colline dell'anfiteatro morenico del Tagliamento.

Il Castello di Cassacco 

Tra questi ameni luoghi troviamo il nostro primo castello: il Castello di Cassacco. Cosa piuttosto insolita in Friuli, questo castello non fu mai assediato o distrutto. Come insolita è la conservazione del suo aspetto severo, con tratti medievali. Il complesso del castello è privato ed è visitabile su appuntamento.

Proseguiamo il nostro piccolo viaggio verso nord, verso il comune di Treppo Grande. Una serie di cartelli e tabelle specifiche con la specifica scritta “Strada dei Castelli e del Prosciutto”, contraddistinte da una grafica particolare, aiutano il turista ad orientarsi e a non perdere la via.

Dopo pochi chilometri, si giunge a Treppo Grande. Qui troviamo il bel Castello di Zegliacco, posto nella località omonima, che oggi si presenta ingentilito da elementi architettonici che ricordano le ville di campagna. Il castello è privato e può essere visitato in alcune giornate durante l’anno.

Proseguendo sulla nostra strada, lasciamo il comune di Treppo Grande e ci dirigiamo verso Buja. Il colle ad est della pieve di San Lorenzo, denominato Monte di Buja, ospita i resti di quello che fu il castello medievale, sorto anteriormente alla data del 983, quando l'imperatore Ottone II lò diede in feudo, con altri quattro, al patriarca Rodoaldo.

Da Buia procediamo alla tappa successiva della nostra “Strada dei Castelli e del Prosciutto” che, dopo circa 6 chilometri ci porta ad Osoppo legata al più celebre dei suoi colli, denominato "Il Forte", che domina la zona in cui gli ultimi rilievi prealpini vengono erosi dal Tagliamento e si stemperano nella pianura.

Una strada conduce alla sommità del colle, in uno spiazzo dove a sinistra ci sono i ruderi della chiesa di S. Pietro. A destra un sentiero sale sino alla cima del colle dove sono i resti del “Forte”, costituiti da gallerie, fossati, ruderi di difese di varie epoche comprese le fortificazioni delle ultime due guerre. Il panorama è bello specialmente sul corso del Tagliamento e sull’anfiteatro morenico.

Lasciamo Osoppo e continuando il nostro viaggio, proseguendo l'itinerario, che per una decina di chilometri ricalca la statale 463, la quale, seguendo in questo tratto a grandi linee il Tagliamento, ci conduce a Majano.

Il Castello di Susans

Majano è un centro agricolo con un importante industria del mobile e varie aziende artigianali. In questo comune si trova lo storico Castello di Susans, posto nella località omonima, che ricorda nella tipologia i castelli medioevali toscani, a pianta rettangolare con tozzi quadrati angolari come non se ne vede altri in Friuli. Recentemente restaurato, il castello è privato e viene utilizzato per l’organizzazione di eventi. Si può visitare nelle giornate dei Castelli Aperti. Da Susans un breve tratto di strada ci conduce nel comune di Ragogna.

Il nome di Ragogna come per altri comuni del Friuli ha un significato collettivo e non indica una determinata località, bensì un complesso di frazioni e borgate. Il castello di Ragogna è situato sul promontorio roccioso che sovrasta il Tagliamento.

Attualmente il complesso castellano è in fase di recupero architettonico. Alcune sue parti sono visitabili.Ragogna ospita anche un interessante Museo Civico.

Da Ragogna muoviamo verso sud e raggiungiamo San Daniele del Friuli. Questa famosa località del Friuli presenta numerosissime risorse artistiche e storiche che meritano di essere viste. Ma questa volta il motivo della nostra sosta è dettato da una famosa specialità locale: il prosciutto.

Infatti fin dal Medioevo si hanno testimonianze che in questi luoghi venivano lavorate le carni di maiale per produrre quello che oggi è il famoso prosciutto di San Daniele, le cui qualità e caratteristiche organolettiche sono uniche. Una grande festa che si tiene a fine giugno (così dal 2005) celebra questo prodotto.

Anche dal punto di vista artistico San Daniele offre diverse perle, tra le quali la Biblioteca Guarneriana e la Chiesa di Sant’Antonio Abate, che conserva il più importante ciclo d’affreschi rinascimentali del Friuli.

Da San Daniele procediamo in direzione della tappa successiva che è costituita da Rive d’Arcano, dove possiamo ammirare un bellissimo castello, tra i meglio conservati del Friuli, con parti di notevole interesse storico e di grande suggestione, adagiato com’è in mezzo alla campagna, con il tempo che sembra essersi fermato. Il Castello è visitabile internamente per gruppi tramite l'ufficio visite del Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia.

Da Rive d’Arcano prendiamo la strada verso Fagagna, cominciando un tratto della nostra “Strada dei Castelli e del Prosciutto” molto suggestivo, che si snoda tra ridenti paesi adagiati sui colli, nel cuore del Friuli collinare: un cuore dal battito lieve e gentile.

Fagagna era Inclusa nella lista dei cinque castelli che l’Imperatore cedette al Patriarca di Aquileia nel 983 e rappresentò sempre una comunità importante. A partire dal 1420, con la conquista veneziana, il Castello fu residenza del luogotenente della Patria del Friuli e sede del Parlamento friulano. Nello stesso comune, in località Villalta, troviamo un altro bellissimo castello, molto ben conservato, che da una piccola altura domina il territorio intorno, che ormai si è fatto pianura.

Lasciando Fagagna, proseguiamo verso la cittadina di Moruzzo e i suoi dintorni, riguadagnando qualche metro d’altitudine. Dalla Piazza di Moruzzo un belvedere permette di godere uno splendido panorama. A Moruzzo troviamo i resti di un antico fortilizio. Ancora oggi di proprietà privata, è adibito in parte a laboratori, in parte a residenza.

Nella località di Brazzacco, incontriamo i resti di due castelli: castello inferiore e castello superiore (meglio conservato) e che permette di riconoscere in questo mastio le linee di un esempio tipico  di edificio feudale tre-quattrocentesco.

 

 Da Moruzzo muoviamo in direzione di Colloredo di Monte Albano.

Il Castello di Colloredo di Monte Albano 

Qui troviamo il Castello di Colloredo, dimora della illustre famiglia, della quale fu membro il famoso poeta friulano seicentesco Ermes di Colloredo e che poi ospitò la famiglia Nievo, di cui faceva parte il noto scrittore Ippolito. Parte del castello è ancora diroccata per questioni legate alla proprietà. Da qui si intravede Cassacco, l’inizio del nostro viaggio. Siamo infatti a pochi chilometri dalla nostra prima tappa.

Termina così il nostro viaggio sulla “Strada dei Castelli e del Prosciutto”, che ci ha fatto scoprire una porzione di Friuli che non è tra le più note ma che può riservare molte piacevoli sorprese.

 

IL GEMONESE

Simbolo del carattere friulano, tenace e laborioso, è dominata da un maestoso duomo

Gemona è una delle più belle località storiche del Friuli Venezia Giulia, stesa ai piedi delle Prealpi Giulie.

La cittadina risorge dopo il terremoto del 1976 e diventa uno dei principali simboli della rinascita della regione.

Spicca maestoso il Duomo di Santa Maria Assunta, dalle architetture romanico-gotiche: si mostra in tutta la sua bellezza a chi arriva dalla suggestiva Via Bini, i cui palazzi sono stati restaurati mantenendo l'aspetto originario, talvolta mettendo in luce splendidi affreschi. Tra questi, particolarmente suggestivo è Palazzo Elti, sede del Museo Civico.

Una chicca di Gemona è la Cineteca del Friuli, con preziosissimo materiale video e iconografico.

Da non perdere l'Ecomuseo delle acque del gemonese, che valorizza il secentesco Mulino Cocconi e i più bei laghi, torrenti, rogge e lavatoi della zona.

 

Le feste che ti fan fare un salto nel Medioevo

Ogni anno, tra la fine di luglio e la metà di agosto, a Gemona si tiene la rievocazione Agosto medievale: le via sono letteralmente invase da figuranti e allestimenti che riportano all'Età di mezzo.

Il 6 gennaio, poi, si celebra l'Epifania del Tallero, antica cerimonia ricca di gesti rituali che affonda le sue radici nel Medioevo.

 

Respira il fascino medievale di Venzone

Venzone, una cittadina incredibile di cui scoprire i segreti. Basta passeggiare nel candido centro storico dal fascino medievale, ricostruito letteralmente pietra su pietra come era prima del terremoto del 1976. Circondato da possenti mura, conserva nella cappella di San Michele singolari mummie.

 

Bordano, dove volano le farfalle

La Casa delle farfalle di Bordano è un vero e proprio museo vivente, con un'incredibile varietà di specie provenienti dalle foreste di tutto il mondo. Di tutti i colori, forme e dimensioni diventano anche variopinti murales che abbelliscono le case di Bordano.

 

I dintorni di Gemona

Gemona è circondata da suggestivi borghi e perle naturali: •Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni, con sentieri e spiagge, base per vari sport nautici;

 

•Trasaghis, con sentieri per passeggiate, le spiagge del fiume Palâr e la gustosissima Festa dei lamponi e dei mirtilli (metà agosto);

 

•Tarcento, "la perla del Friuli", con un bellissimo percorso sul fiume Torre, il suggestivo sentiero delle cascate di Cròsis ville liberty e palazzi storici con esposizioni d'arte;

 

•Appena sopra Tarcento, nelle valli del Torre, oltrepassando i bei poggi di Sedilis, si giunge al fortino del monte Bernadia, con viste spettacolari, e a località magiche e solitarie, base per belle passeggiate nella natura, come Taipana e Porzûs, dove si consumò la nota strage durante la Seconda Guerra Mondiale;

 

•le Grotte di Villanova, un autentico spettacolo di stalattiti e stalagmiti;

 

•la Val Resia, dove vive una comunità slavofona con tradizioni uniche, portale d'ingresso al Parco delle Prealpi Giulie.

 


ASS. CULT. ITINERARI DEL GUSTO

Via Bertaldia 3 33100 UDINE

Tel. 333/5070403

itineraridelgusto@hotmail.com