ENOGASTRONOMIA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA

Ristoranti, trattorie e agriturismi, cantine e sagre tipiche: i mille sapori del Friuli Venezia Giulia.

Piatti tipici e riti culinari coloratissimi: una tale varietà di sapori e aromi la trovi solo in Friuli Venezia Giulia. Qui si sono incrociati popoli, lingue e tradizioni che hanno arricchito anche l'enogastronomia: puoi assaporare influenze mitteleuropee, mediterranee e slave, senza dimenticare la saporita cucina popolare dai piatti semplici e genuini, arricchiti dalle erbe spontanee, preparata in campagna e sui monti.

 

Tra il prosciutto di San Daniele e i vini del vigneto Friuli.

Gli ambasciatori dei prodotti tipici del Friuli Venezia Giulia sono l'ormai leggendario prosciutto di San Daniele e i prestigiosi vini regionali: 8 zone Doc dove nascono anche chicche Docg come il Ramandolo, il Picolit e il Rosazzo, neri robusti e dai nomi bizzarri come il Tazzelenghe  e bianchi unici al mondo. Entra nelle cantine e scopri la rinomata ospitalità dei produttori "doc".

Con il pesce, in tavola arriva il mare Adriatico

Dalla cucina di mare arrivano crostacei e conchiglie, piatti come il boreto di Grado, gli scampi a la busara della tradizione istriana, i sardoni del golfo di Trieste e i ribaltavapori di Marano Lagunare.

 

Formaggi di ogni colore e forma

Montasio, ricotta affumicata dal sapore di malga e formaggi sconosciuti, ma molto apprezzati, come il "formadi frant" e l'Asìno: scopri come la sapienza contadina, da generazioni e generazioni, crea sapori inimitabili.

 

Gli insaccati

Oltre a delizie come il prosciutto di Sauris e quello di Cormòns, si producono salami, speck e pancetta, senza dimenticare la curiosa brusaola e la pitina, polpetta affumicata a base di carni ovine, caprine o da selvaggina.

 

Primi e secondi

 Se il frico (tortino di formaggi, morbido o croccante), con musèt e brovade (cotechino e rape inacidite nella vinaccia), rimane emblema del mangiar friulano, non bisogna dimenticare i cjarsòns della Carnia (sorta di agnolotti dolci o alle erbe) e gli gnocchi di susine del Goriziano, che testimoniano gli influssi mitteleuropei.


Dalla grappa alla trota affumicata: prodotti tipici da non perdere.

 La trota (quella affumicata in particolare, come la Regina di San Daniele), il miele, la mela Julia Dop, le grappe, gli oli, i dolci di ascendenza slava e mitteleuropea, come la gubana e il presnitz: un mondo di sapori da provare! E per assaggiare e comperare i prodotti tipici del territorio vai a San Daniele al Mercato della Terra, un mercato all'aria aperta organizzato grazie alla collaborazione di Slow Food e del Parco Agroalimentare di San Daniele.

 

I PRESIDI SLOW FOOD

I presìdi Slow Food del Friuli Venezia Giulia

Il Friuli Venezia Giulia è una terra ricca di specialità gastronomiche che caratterizzano l'identità di un territorio legato alle tradizioni e ai prodotti semplici e artigianali.

Ora può vantare pure la certificazione di qualità fornita dai presìdi Slow Food, esempi concreti e virtuosi di un nuovo modello di agricoltura che esalta la qualità recuperando le tecniche produttive tradizionali e salvando prodotti buoni, puliti e giusti secondo la filosofia Slow Food.

 

In Friuli Venezia Giulia i presìdi Slow Food sono 6: Aglio di Resia, Radìc di mont, Formadi frant, Pan di sorc, Pestàt di Fagagna e Pitina.

Aglio di Resia

L'aglio di Resia, strock per i resiani, è una qualità di aglio dolce, priva dell'aroma acre delle varietà comuni, ed è particolarmente adatto alla produzione di salumi. Le coltivazioni sono naturali e la concimazione avviene con letame bovino. L'area di produzione è la Val di Resia, nel Tarvisiano.


Radìc di mont

Il radìc di mont è un particolare tipo di radicchio viola che si trova durante il mese di maggio sugli alpeggi della Carnia. La raccolta dura solamente 15 giorni e ogni raccoglitore può portarsi a valle al massimo un chilogrammo di radicchi. Questo tenerissimo radicchio selvatico si può consumare in insalate e frittate.


Formadi frant

Il formadi frant è un formaggio fresco della Carnia nato per lo scopo di salvare le forme di formaggio di malga "difettose" perché gonfiate o con la crosta spaccata. Per la produzione, che avviene nelle zone di alpeggio della Carnia, si utilizza solamente formaggi a latte crudo. Il formadi frant può essere gustato anche solo dopo 15 giorni di maturazione o dopo una stagionatura di massimo due mesi.


Pan di sorc

Il pan di sorc, farina di mais in dialetto friulano, è l'ultimo arrivato tra i presìdi Slow Food grazie alla volontà dell'Ecomuseo delle Acque del Gemonese che ha riproposto il consumo e la vendita di questo pane dolce e speziato, ricco delle contaminazioni d'oltralpe. I cereali coltivati in loco, detti cinquantini, si sviluppano e maturano in un lasso di tempo di massimo 50 giorni, riuscendo ugualmente a svolgere un ciclo completo anche in una zona poco calda e piovosa come il Gemonese.

 

Pestàt di Fagagna

Il pestàt è una conserva-condimento del tutto particolare pensata per conservare nel lardo di suino i profumi e i sapori delle verdure e delle erbe provenienti dagli orti nel periodo autunnale. La produzione, a livello famigliare, avviene durante la macellazione dei maiali, da novembre a marzo. Il lardo, proveniente da maiali locali allevati allo stato semibrado con un'alimentazione naturale, viene macinato e miscelato con un trito di verdure e spezie e poi insaccato in un budello naturale e stagionato in cantine umide e fresche.


Pitina

La pitina, di origini contadine, nasce per soddisfare l'esigenza di conservare la carne durante i mesi autunnali e invernali nelle zone tradizionalmente povere delle valli a nord di Pordenone, nella Val Tramontina e Val Cellina. Un tempo, la carne veniva tritura nella pestadora, un ceppo di legno incavato, assieme a sale, aglio, pepe nero spezzettato. Si formavano delle piccole polpette che si passavano nella farina di mais e si facevano affumicare sulla mensola del fogher. Ora l'affumicatura si realizza con diversi legni aromatici, ma con la prevalenza del faggio. La stagionatura della pitina è di almeno 30 giorni e si può mangiare sia cruda che cotta, anche nelle sue varianti peta e petuccia che differiscono dalla pitina per le diverse erbe aromatiche aggiunte nell'impasto e, nel caso della peta, per le dimensioni più grandi.

 

Le realtà ecomuseali del Friuli Venezia Giulia contribuiscono a garantire la qualità e la territorialità di ogni presidio: l'ecomuseo Lis Aganis per la pitina, l'ecomuseo Val Resia per l'aglio, l'ecomuseo delle Acque del Gemonese per il pan di sorc e l'ecomuseo I Mistîrs per il radic di mont e il formadi frant.

 


ASS. CULT. ITINERARI DEL GUSTO

Via Bertaldia 3 33100 UDINE

Tel. 333/5070403

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